Militari Riformati-Moltiplicatore-UDIENZA 10.4.2019
Lo Studio Chessa interviene davanti alle Sezioni Riunite Centrali

Il 22 marzo scorso, ottenuta l’autorizzazione all’accesso al fascicolo processuale n. 631/SR/QM/Pres aperto presso le Sezioni Riunite della C.C. Centrale, abbiamo notificato all’INPS ed alla Procura Generale presso la Corte dei Conti Centrale, la nostra Comparsa per intervento adesivo dipendente al fine di sostenere la tesi interpretativa dell’applicabilità dell’art. 3 comma 7° D.Lgs. 165/1997 al personale militare posto in quiescenza per accertate patologie invalidanti a prescindere dal possesso del requisito anagrafico.
Così, all’Udienza del prossimo 10 aprile 2019, il nostro Studio Legale sarà presente innanzi alle Sezioni Riunite in sede giurisdizionale della Corte dei Conti Centrale, schierato a sostegno degli interessi di tutti i nostri assistiti per vedersi riconosciuta l’interpretazione in favore del diritto all’applicazione del “moltiplicatore”.
Si è trattato e si tratta, non di una mera scelta partecipativa, del tipo “c’ero anch’io”, ma di una scelta che, radicata sull’affermazione dei principi del contraddittorio, trova ragione in quell’etica professionale che, come nel caso che ci riguarda, richiede la convinta difesa di un diritto ritenuto leso sino all’ultimo presidio giurisdizionale.
Abbiamo evidenziato, nei nostri scritti difensivi, le criticità presenti nell’interpretazione sistematica dell’INPS ed in quella prospettata dalla I^ e II^ Sezione Centrale della C.C. in appello nelle loro tre recenti sentenze nr. 31, 29 e 61 del 2019. Infatti, nel tessuto normativo richiamato ed analizzato dalle controparti, vengono totalmente eluse fondamentali valutazioni sulla portata ed il valore sistemico del comma 8° dell’art. 3 D.Lgs. 165/1997 ed il quadro derogatorio al requisito anagrafico introdotto dal Legislatore nel 2010 nel Codice Ordinamento Militare agli artt. 909 co. 4° (espressamente richiamato dall’art. 992 che fissa il principio generale) e 2229 comma 1° e comma 6°.
Nutriamo, quindi, buone ragioni per ritenere la fondatezza giuridica dei nostri rilievi ed attendiamo di conoscere come gli stessi potranno essere superati dall’ermeneusi affidata alle Sezioni Centrali Riunte.
Certo è che andiamo incontro alla battaglia finale di una guerra interpretativa per noi ormai divenuta decisamente ardua. Infatti, va considerato che tutte le tesi difensive, portate alla valutazione delle Sezioni della Corte Centrale di appello, sono state disattese sia in tutti i giudizi cautelari dove sono state concesse le relative sospensive in favore dell’INPS, che in quelli di merito che hanno visto l’accoglimento delle tesi interpretative formulate dall’Ente.
Senza voler considerare poi, come, su tale orientamento, criticabile ma ormai in vista di un completo consolidamento, verrà ad esercitare la sua pesante influenza la “Ragion di Stato”, identificata nella ricaduta economica che la decisione potrà avere sui conti pubblici dell’INPS.
E se è vero che tutto ciò ci rende consapevoli come la nostra mission difensiva sia ai limiti del possibile giuridico, è vero anche che essa ha rappresentato e continua a rappresentare il giusto e dovuto impegno in favore di chi ha sacrificato la propria salute psico-fisica alla Difesa e Sicurezza dello Stato e con esso di noi tutti cittadini.
Con riserva di commentare gli esiti processuali e di pubblicare gli scritti difensivi.

Arezzo – 24 Marzo 2019

Avv. Guido Chessa

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